mercoledì 23 gennaio 2008

Un breve momento di gioia

24 gennaio 2007, ore 20.40. E' un momento di rara gioia ed ho stappato una buona bottiglia di bollicine. Il governo prodi è andato sotto al senato, il professore ha dato le dimissioni, forse non farà più danni.

Il governo Prodi è vissuto in una congiuntura di crescita dell'economia internazionale che, maldestramente, è riuscito a bruciare nel nulla. Non sarebbe stato meglio bruciare i rifiuti campani! Con la riforma del wellfare è riuscito a bruciare 10 miliardi, ma c'è chi dice che sono il doppio, vedremo. L'unione millantava una superiorità morale rispetto al cavaliere: abbiamo assistito subito ai casi Unipol, Visco-Speciale, Mastella-Bassolino.
Appena insediato, con una pletora di ministri segretari e sottosegretari (il record storico) ha fatto man bassa di tutte le cariche possibili, suscitando perplessità anche in ambienti tradizionalmente amici.
Per un attimo, quando Bersani annunciò le sue riforme per le liberalizzazioni, ho avuto un attimo di speranza, abbiamo visto come sono andate a finire. Un'analisi seria dell'operato di questo governo richiederebbe pagine e pagine e non è questo il luogo per farlo. Basta ricordare e riflettere su PACS, CPT, Alta velocità, conflitto di interessi, riforma elettorale, opere pubbliche, riforma dell'università, rigassificatori. Un fallimento totale. Paradossalmente, se non avesse governato per nulla, oggi staremo meglio (poco meglio, ma meglio).

Del resto non ci si poteva aspettare altro da una coalizione che aveva come unico collante l'anti Berlusconismo. Come si poteva razionalmente sperare di conciliare Dini, Fisichella, Mastella con Diliberto, Pecoraro Scanio, Bertinotti, oppure DiPietro con Mastella e Pecoraro, oppure i Teodem con Boselli e Pannella. Tutte mine nelle fondamenta della coalizione.

Mi chiedo anche come persone quali ad esempio Paolo Mieli, che molti ritengono un illuminato, abbiamo potuto crederci. Evidentemente è uno dei tanti maîtres à penser sopravalutati. A suo parziale discapito bisogna dire che si è pentito precocemente.
Non c'è una sola categoria sociale o economica soddisfatta dell'operato di questo governo (ex).

E ora? All'orizzonte non c'è nulla di nuovo e di buono ne a sinistra ne a destra. Si avvistano già nuvole nere che si addensano, ma godiamoci questa piccola schiarita momentanea.

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